Gli autori rivolgono uno sguardo storico documentato e approfondito ai criteri fondamentali di teoria e metodo che hanno composto e definito, nel corso di più di cento anni, l'articolarsi di setting, transfert e interpretazione nella relazione terapeutica. Una prassi autenticamente di cura si deve scontrare con un pensiero teorico ancora diffuso e radicato che parla di scissione, di narcisismo neonatale e di inconoscibilità dell'inconscio originario. La crisi della metapsicologia freudiana, a partire dagli ambienti psicoanalitici statunitensi, ha prodotto un crescente interesse per la relazione cosciente interattiva e un progressivo rifiuto del rapporto inconscio, considerato irreale, manifestazione del passato (transfert, trauma ecc.), senza possibilità di esprimersi nel rapporto reale presente. Questo volume fa capire fino a che punto il modo di pensare il funzionamento della mente senza coscienza abbia conseguenze determinanti sul modo di affrontare la relazione terapeutica. Attraverso storia e molteplicità dei modelli, da Freud ai nostri giorni, passando per Klein e soprattutto Bion e gli autori della 'svolta relazionale', la ricerca giunge alla teoria della nascita di Massimo Fagioli che ha aperto la strada a un nuovo modo di fare psicoterapia. Un'azione terapeutica capace di stabilire un rapporto reale basato, senza scissioni, su inconscio coscienza e comportamento, che può comprendere e affrontare anche l'inconscio non rimosso, non proiettato, andando oltre l'essere per identificazione. Una relazione in cui è possibile ricreare quel rapporto d'amore e conoscenza che è capacità originaria della mente neonatale che alla nascita prevale sulla capacità di fare l'inesistenza. È questa la vera specificità del processo terapeutico basato su setting, transfert e interpretazione. Gli autori: Carlo Anzilotti, Martina Brandizzi, Gianfranco De Simone, Alessio Giampà, Antonia Mocci, Valentino Righetti, Gioia Roccioletti, Ludovica Telesforo.