Il carcere è per molti un "pianeta sconosciuto", ma abitato da persone concrete. All'interno di queste pagine i detenuti si raccontano con franchezza condividendo riflessioni scritte senza "mentirsi addosso". I brani presenti sono aree popolate da ricordi e da considerazioni, che sembrano "distillate" attraverso un lungo e spesso penoso itinerario autocritico. La Prefazione è a firma del cardinale Giuseppe Petrocchi, arcivescovo de L'Aquila. La Presentazione invece è di Emma Zordan, curatore del testo. All'interno vi è un contributo di Ottavio Casarano, direttore del Carcere di Rebibbia.