«Scrivendo il testo per questo musical, lo ammetto, ho lavorato molto di fantasia. Alla ricerca storica sulla figura di Sant'Eurosia mi sono dedicato nel mio precedente libro Da Jaca a Corazzano. Il culto di Sant'Eurosia, patrona della campagne (La conchiglia di Santiago 2015). Qui invece mi sono preso qualche libertà, credo legittimamente, considerato che lo scopo principale di un'opera teatrale non è tanto la ricerca della verità storica o dell'esattezza filologica ma l'intrattenimento del pubblico e, qualora vada molto bene, il miglioramento del mondo attraverso qualche istante di bellezza.Se gran parte del copione è frutto di fantasia, in esso niente - o quasi - è casuale. Ho cercato di riprendere nel linguaggio del musical motivi legati a leggende o ipotesi fiorite intorno alla figura della martire aragonese. Al di là delle varie scelte tematiche, sono le canzoni - nel loro connubio di musica e parole - a fungere da motore della storia e a costituire l'asse portante dello spettacolo. Per questo gran parte del merito per l'eventuale riuscita del progetto sarà da attribuire al lavoro svolto da don Mario Costanzi, che ha composto e arrangiato le musiche con grande competenza e maestria. Alla felicità dell'invenzione melodica, il sacerdote cantautore ha unito un'interessante esplorazione a livello sonoro utilizzando anche strumenti esotici e inconsueti. In un'epoca di secolarizzazione galoppante come quella in cui viviamo può sembrare un azzardo presentare un'opera teatrale di questo genere. I temi del cristianesimo come scelta decisiva e del martirio come "caso serio" della fede non sono più tanto frequenti neanche all'interno dell'ambito cattolico. Ma proprio la rarità di testi contemporanei che affrontino queste tematiche mi persuade a pubblicare il presente lavoro, cogliendo, per usare un'espressione del teologo Johann Sebastian Drey, un "generale sentimento della sua necessità"». Introduzione di Anna Scattigno.