Perché parlare oggi di orti di guerra? Solo qualche anno fa avrebbe suscitato sguardi compassionevoli ed acceso occhi increduli, ora torna invece di terribile attualità. E non mi riferisco alla parola "guerra", bensì all'accezione più diffusa del termine che riconduce ancora una volta all'esigenza di "rimboccarsi le maniche". [...] Risultato: far da sé, non vale solo per tre in termini economici ma accresce indubbiamente il valore qualitativo e intrinseco di quel che si produce. Ecco che questo pamphlet ci riporta con disarmante modernità alle conoscenze più profonde della tecnica dell'epoca, basata principalmente sulla perfetta conoscenza dei fattori e degli elementi a disposizione, dal rispetto delle regole sul corretto uso dell'acqua in funzione della sua disponibilità alla giusta pendenza del terreno per evitare la lisciviazione dello stesso, all'analisi del tipo di suolo. Ai nostri giorni diremmo prevenzione; a quei tempi era semplicemente strategia. E in un mondo che sembra privo dell'una e dell'altra, anche l'orto di guerra pare un'innovazione. Prefazione di Guglielmo Garagnani.