La grande azienda è una macchina complessa; è un treno che percorre i suoi binari e che non può sterzare all'improvviso verso un'altra destinazione. Ma ci sono casi, situazioni, avvenimenti, epoche, che costringono le aziende a intraprendere veloci cambiamenti che la portano a modificare pelle, immagine, fisionomia. Cambiamenti di questo tipo sono da attribuire a una ben precisa categoria di manager: uomini e donne dalle riconosciute competenze, travolti dagli impegni quotidiani, nascosti dalla ribalta della grande comunicazione, che sono riusciti ad interpretare il nuovo e a superare gli stretti vincoli dei compiti affidati loro dalle organizzazioni e dalla burocrazia aziendale; manager che hanno avuto il coraggio di osare là dove il conformismo non dava certezze di successo. Il libro racconta delle esperienze di uno di questi manager a diretto contatto con la produzione nel suo percorso professionale di agente del cambiamento. Il volume accompagna il lettore a familiarizzare con gli strumenti necessari per la ripartenza e il cambiamento di un'attività produttiva nel difficile passaggio fra un passato analogico e le promesse di un futuro digitale. L'apprendimento delle tecniche di gestione avviene per gradi: dal significato dell'investimento come fattore di trasformazione dell'ambiente si passa al valore della formazione: elemento di cambiamento della cultura del lavoro necessaria per comprendere e gestire il futuro. Nell'ultimo capitolo il disegno strategico del manager prende completamente forma e diventa una proposta per la costruzione di uno stabilimento produttivo ideale dove la tecnologia si confonde con gli individui e dove la comunità del luogo fa tutt'uno con la sua fabbrica di riferimento. È il sogno della fabbrica perfetta.