Il volume fornisce un quadro del sistema di governo delle banche cooperative, affrontando criticamente i numerosi problemi posti dall'attuale normativa. La Riforma del 2003 delle società di capitali lucrative e mutualistiche, secondo la legge delega, non avrebbe dovuto riguardare le banche popolari né le banche di credito cooperativo. Il legislatore delegato ha tuttavia introdotto nel t.u.b. una norma di raccordo, l'art. 150-bis, che nell'elencare le norme del codice civile non applicabili alle banche cooperative ha sancito una presunzione opposta per le restanti. In questo modo, molte delle novità volute dalla Riforma allo scopo di favorire una più equilibrata distribuzione di potere tra i diversi organi delle comuni cooperative, oppure di collocare lo scambio mutualistico al centro della disciplina della cooperazione, sono divenute potenzialmente applicabili (anche) alle banche cooperative. Alla luce di queste novità, il volume ricostruisce la disciplina, speciale e di diritto comune, rilevante ai fini del governo delle banche cooperative. In particolare, dopo aver illustrato le implicazioni della forma cooperativa e dello scopo mutualistico sull'organizzazione ed il funzionamento delle banche cooperative, l'autore analizza gli effetti della Riforma sui rapporti tra amministratori e soci, sui sistemi di controllo, sia interni che esterni alla banca, e sulla governance di gruppo.