Pubblicato negli Stati Uniti nel 1956, "Il canto selvatico" è il libro più celebre di Sigurd F. Olson, uno dei principali scrittori naturalisti del Ventesimo secolo ed erede ideale di H.D. Thoreau e John Muir. Organizzato seguendo lo scorrere delle stagioni, dalla primavera all'inverno, "Il canto selvatico" passa in rassegna i grandi e piccoli eventi che scandiscono il passare del tempo in uno degli ultimi luoghi incontaminati del nostro pianeta, la regione del Quetico-Superior, tra Stati Uniti e Canada, un territorio di confine in gran parte selvaggio e quasi del tutto disabitato che Olson ebbe modo di esplorare a piedi, con le ciaspole, sugli sci o a bordo di una canoa. Grazie a una prosa ispirata, quasi poetica, Olson riesce a raggiungere il cuore dei lettori scrivendo di cose tanto semplici quanto magnifiche: i boschi e i laghi gelati, il disgelo e il rifiorire della vita, le lunghe camminate, gli estatici viaggi in canoa, i fuochi degli accampamenti e ancora le trote e i falchi, le oche e i lupi, le tempeste di neve e le aurore boreali. Finora inedito, "Il canto selvatico" riesce a toccare le corde più sottili degli amanti della natura - un libro pieno di ricordi di cose perdute, ma anche di speranze e di sogni futuri.