Alan Macfarlane è un antropologo e viaggiatore di lungo corso, ha visitato molti angoli del mondo e ha studiato l'essere umano nei più diversi contesti. Quando nel 1990 una borsa di studio lo conduce per la prima volta in Giappone, egli porta con sé tutto il bagaglio della propria erudizione: "Ero pieno di certezze, di sicurezze e di idee non verificate. Non prendevo nemmeno in considerazione la possibilità che il Giappone potesse metterle in discussione". Eppure, dopo un primo approccio quasi rassicurante con la cultura e la società giapponesi, sente frantumarsi le sue idee preconcette una dopo l'altra sotto i colpi di una radicale e affascinante diversità. Come attraverso uno specchio deformante, ciò che era familiare prendeva un aspetto inconsueto, e ciò che sembrava immediatamente riconoscibile diveniva sempre più incomprensibile, dalle convenzioni sociali alle relazioni lavorative, dal senso del pudore alle peculiarità linguistiche. È da questa sorta di shock culturale che prende avvio il lungo corpo a corpo di Macfarlane con il mondo economico, sociale, politico, ideologico e religioso che il Giappone ha creato negli ultimi duemila anni. Scopre così che il suo stupore è pari a quello di tutti i grandi viaggiatori occidentali sbarcati nel paese a partire dal XVI secolo, e per venirne a capo non solo fa ricorso ai resoconti dei grandi studiosi del passato e del presente, ma si confronta direttamente con le più brillanti menti della cultura giapponese di oggi. La sua meticolosa ricerca lo porta nel corso di molti anni a decifrare le modalità della vita quotidiana attraverso la cerimonia del tè, la canzone popolare, le arti marziali, il cibo, la socialità; si interroga sul sistema dei clan, sui bagni pubblici, le buone maniere e l'educazione, così come sulla vita politica giapponese e il suo peculiare sistema imperiale. Perspicace e testardo, Alan Macfarlane riesce così a donarci, pagina dopo pagina, un'insostituibile chiave d'accesso all'enigma di questo paese, che affascina e sorprende l'Occidente da secoli.