"Mundéle", nel dialetto lingala del Congo, indica l'uomo bianco, ed è così che mi chiamavano l'autrice i bambini di Kinshasa. L'esperienza di lavoro come architetto in uno dei paesi più difficili del mondo, ma anche il quotidiano, le curiosità, le relazioni umane. Il mercato, un matrimonio, il tentativo di colpo di stato, la malaria, la visita ad un villaggio di pescatori, le donne, i bambini. Un periodo intimo, indimenticabile ed intenso attraverso uno sguardo a tratti ingenuo, stupito e curioso alla graduale scoperta della realtà di un Paese sconosciuto.