Il romanzo è una sfida al lettore visto che i personaggi che popolano il libro sono numerosi e ricchi di sfaccettature, ma nonostante ciò il testo non scade nel facile (e spesso noioso) psicologismo. A controbilanciare gli elementi introspettivi emerge infatti l'arma affilata dell'ironia, vera cifra di Cattività. Non si tratta però di un'ironia semplice da decifrare. Essa deve infatti il suo potere al carattere fortemente postmoderno che pervade ogni aspetto del romanzo. Ecco che allora le situazioni in cui i personaggi, spesso loro malgrado, si trovano ad agire, si caricano di un'aura grottesca e paradossale; ecco che comprimari e protagonisti alternano importanti riflessioni filosofico-esistenziali a lunghe e divertenti discese nel registro basso e medio-basso; e soprattutto, ecco che accadono cambi di personalità inaspettate e ci troviamo alla presenza di celebrità irraggiungibili che si calano nel mondo ricco e immaginifico dei personaggi creati dalla penna di Minaya. L'autore realizza tutto ciò in una solida spy story che vede protagonista un giovane agente sulle tracce di una misteriosa organizzazione criminale... Prefazione di Alberto Macchi.