Siamo abituati a pensare che la storia delle grandi idee politiche del passato sia stata scritta soltanto da uomini, molti dei quali particolarmente critici nei confronti delle donne e dell'eguaglianza di genere. Ma è davvero così? Il libro offre uno sguardo diverso sull'avvicendarsi delle teorie e ideologie politiche pre-ottocentesche, in cui a fare da protagonisti sono invece alcuni pensatori e pensatrici distintisi per la loro concezione innovativa sui rapporti tra i generi e sulla condizione femminile. Da Aspasia a Averroè e Christine de Pizan, da Cornelio Agrippa a Mario Equicola e Lucrezia Marinella, da Margaret Cavendish a Thomas Hobbes, Mary Astell e Olympe de Gouges, il testo mette in risalto filosofi, filosofe e scrittrici che dall'antichità al Settecento hanno utilizzato i linguaggi politici del mondo precedente all'età contemporanea per affrontare, spesso in modo del tutto originale, il tema complesso del rapporto tra i generi. Ne risulta un'indagine in cui dalle filosofe di Platone si passa attraverso le imama di Averroè, fino agli umanisti e alle scrittrici rinascimentali che teorizzavano la superiorità del genere femminile su quello maschile per concludere con alcune protagoniste delle rivoluzioni politiche del Seicento e del Settecento.