A metà strada fra reportage giornalistico e rigorosa indagine storica, l'opera di Zawodny dimostra come l'eccidio di Katyn, crimine di cui furono accusati i tedeschi al processo di Norimberga, sia invece da attribuirsi a un "errore" di Stalin. L'autore analizza lucidamente la catena di eventi che condussero all'uccisione sistematica di oltre 15.000 polacchi fatti prigionieri, quasi tutti ufficiali, che rimasero fedeli alla propria divisa. I loro nomi, cancellati dalla storia, rivivono in questo libro che lascia emergere il complesso scambio di accuse e le conseguenti complicazioni internazionali originate dal massacro della foresta di Katyn.