La storia romana ha finalmente le pagine dedicate a un suo aspetto poco indagato: quello finanziario. L'autore ha individuato nel nascente modello barocco, elementi nuovi adottati dall'élite per farvi ancora parte o decadere: l'attenzione al mercato , il profitto, la speculazione, il tornaconto individuale. Nel saggio viene privilegiato l'impianto comparatistico con l'Europa, nel tentativo di evidenziare affinità e diversità, come esige il più aggiornato circuito storiografico. Ne sono affiorate la comparsa della prima moneta "unica", l'esigenza di manovrare il tasso d'interesse, i primi contrasti fra Stato e finanza, e soprattutto la rinunzia a quella spietata politica mercantilistica che vedrà decollare alcuni Paesi del Nord e avviare lo Stato ecclesiastico verso l'inevitabile decadenza.