Cosa ne è stato del libro nella pittura fiamminga di Memling? Perché nelle Vanitas compaiono volumi accanto a teschi e fiori appassiti? La lettura nell'Ottocento era solo puro intrattenimento o massima espressione creativa? Questo testo tenta di rispondere a molteplici quesiti per riportare il lettore verso un mondo, quello delle immagini che raccontano, ma soprattutto verso il libro. Tale saggio ripercorre attraverso uno sguardo semiotico le principali rappresentazioni del libro nell'età moderna, che testimoniano l'evoluzione dell'arte della lettura. Da simulacri di verità, a mezzi di autoriflessione o strumenti di indagine creativa e anarchica, i libri ci propongono da sempre molteplici visioni. Accade quindi che in una pagina svelata, traccia del passaggio di molti, si nasconda una libertà di creare, una capacità di sentire, o una visione del mondo. Altre volte, troviamo semplicemente noi stessi.