Un ampio e complesso arco produttivo in cui l'artista circoscrive il vuoto in una relazione profonda fra la sua esistenza e la manipolazione della materia. Cristina Cianci si muove in uno spazio di ricerca strettissimo: fra visibile e invisibile, nello scavo profondo della perdita, dove si incontrano insieme ai resti, il dolore del mondo e il nostro. Michelangelo Giovinale ne ricompone un quadro d'insieme fin dagli esordi, quando a colpire l'interesse dell'artista è il carattere dominante di antiche anfore, il lato oscuro e la forza intrinseca ed immanente del loro contenere. Lungo il corso degli anni l'orizzonte creativo gradualmente si dilata, nella costante frequentazione che l'artista intrattiene con l'autore.