Questo libro ripercorre l'intreccio tra la vita e l'opera di Sidival Fila, artista francescano di origine brasiliana la cui esistenza è segnata da passaggi e cesure radicali. Passaggi territoriali dal Brasile all'Italia, passaggi interiori dall'arte figurativa all'arte informale. E, soprattutto, il passaggio dall'assoluto dell'arte all'assoluto della vocazione religiosa. Lungo il filo di una biografia che affonda le sue origini nella terra rossa del Paranà, la psicanalista Cristiana Fanelli scopre nelle erosioni di quelle pianure la matrice della sua futura arte. Qui, come sulle sue tele, la materia è il luogo di un evento incessante: macchie, muffe, buchi, vuoti, giochi cromatici, lacerazioni. Come mostrano le fotografie di Mario Coppola, le superfici delle opere di Fila, esposte alle alterazioni del tempo, dell'atmosfera e della luce, non cessano di alterarsi o, come direbbe Jacques Lacan, non cessano di scriversi. Fra tiraggi, trazioni e cuciture, questo "artigiano della materia" apre varchi in direzione del sacro - epifanie sensibili del divino - realizzando così il mistero del suo atto: toccare l'intoccabile. Fotografie di Mario Coppola.