Tra quelli che Licini definisce "amici del Milione" nella Lettera aperta al Milione del 1935, c'è Oreste Bogliardi (Portalbera, Pavia, 1900-Rapallo 1968), artista che ha avuto un ruolo fondamentale negli esordi dell'arte astratta in Italia, a tutt'oggi non abbastanza conosciuto e valorizzato. Aveva firmato nel 1934 con Ghiringhelli e Reggiani, in occasione della prima mostra di arte astratta del Milione, una Dichiarazione degli espositori ritenuta il primo "manifesto" dell'astrattismo italiano. Della collana dei "Quaderni liciniani", il volume, che documenta la mostra accolta negli spazi del polo museale di Monte Vidon Corrado, presenta la parabola pittorica di Bogliardi dai felici esordi figurativi alla fase astratta degli anni Trenta, alle creazioni del periodo di guerra a Portalbera, alle prove incerte del dopoguerra, quando si trasferisce a Rapallo e per esigenze economiche deve lungamente astenersi dalla pittura, alla produzione più tarda in cui astrazione e figurazione si alternano, fino all'approdo, dopo la partecipazione alla Biennale del 1966, a una rarefatta, limpida astrazione geometrica. Il catalogo contiene anche un focus sulla feconda stagione espositiva del Milione negli anni Trenta, sensibile alle suggestioni europee, ricca di fermenti avanguardisti. In catalogo testi dei curatori Daniela Simoni e Franco Tagliapietra, di Stefano Bracalente, biografia di Arianna Ghilardotti nipote di Bogliardi.