Sil'vestr Feodosievic Scedrin (San Pietroburgo 1791 - Sorrento 1830). Nel mese di marzo del 2015 il professor Michail Ju. Evsev'ev portò in Italia l'epistolario di Sil'vestr Scedrin raccolto nel corposo volume pubblicato in Russia l'anno precedente. Il libro fu presentato il 19 marzo a Napoli, il 20 a Sorrento e il 21 ad Amalfi. Finalmente, dopo otto anni da quegli eventi, sebbene più contenuto ma ricco di immagini, l'epistolario vede la luce anche in Italia con questo volume nato dalla collaborazione fra il Centro di Cultura e Storia Amalfitana e il Centro studi e ricerche Francis Marion Crawford, con la consulenza scientifica di Michail G. Talalay e le traduzioni dal russo di Marina Moretti. Sarà uno strumento prezioso per quanti vorranno approfondire e conoscere, del grande artista, l'altro versante della sua personalità, quello umano, stroncato nel pieno del suo ciclo vitale e tuttavia fin qui non del tutto esplorato. Per tutti e per ciascuno il luogo della nascita è sempre occasionale. Il luogo della morte, per scelta o per avventura, è il terminale opposto dove si lascia il retaggio della propria vita. Se i due luoghi non coincidono è sulla loro traiettoria che leggeremo la trama di un'esistenza, soprattutto quando questa è degna di essere ricordata ai posteri. I due luoghi sono entrambi importanti perché conferiscono pari diritto e dignità di cittadinanza. Il luogo della morte non è mai casuale, esso è la destinazione naturale del vissuto di ciascuno ed è indicativo per decifrarne messaggi e insegnamenti. San Pietroburgo, Amalfi e Sorrento sono quelli che leggiamo accanto al nome di Sil'vestr Scedrin: non potrà certo ascrivere al caso che la sua vita si sia conclusa in questa parte del Mediterraneo, lontano dai grigi paesaggi del Nord, nel sole delle costiere più belle del mondo, quelle sorrentina e amalfitana.