Il volume intende indagare affinità e punti di tangenza tra Lucio Fontana e Alberto Giacometti, due pilastri dell'arte del Novecento, le cui opere sono poste al centro di un dialogo inedito e sorprendente. Figure dalle indoli opposte, ma accompagnate dalla stessa magnifica ossessione per l'invisibile che è dentro e fuori di noi, Giacometti e Fontana lavorano la materia alla ricerca dell'assoluto. Sigillando l'eterno dentro i confini del modellato, la pratica di entrambi si impernia sul gesto e la manipolazione, sulla concentrazione e la rinuncia alla forma definitiva. È uno struggente senso del sacro a nutrire il loro slancio verso l'insondabile mistero dell'esistenza: una tensione spesso tradotta in indagine sul valore formale e semantico del vuoto, inteso come allegoria di una possibilità oltre il visibile.