Il volume nasce dall'interesse di riportare alla luce uno tra gli autori del paesaggismo piemontese, vissuto a cavallo tra il XIX e il XX secolo. Allievo di Lorenzo Delleani, Giuseppe Augusto Levis realizza una vasta produzione di opere che diventano fedele testimonianza del contesto storico a lui contemporaneo: dalle riprese en plein air delle valli alpine ai panorami tratteggiati durante la sua permanenza nella ex-Tripolitania (oggi Libia), sino al reportage della Prima guerra mondiale. Il volume si apre con il Diario Levis, un racconto autobiografico ottenuto dall'accostamento di una serie di fotografie scattate nell'intero arco della vita, a documentare i luoghi, le persone care, i viaggi, gli scorci del lavoro all'aperto. Tecniche fotografiche diverse s'incontrano, componendo un panorama visuale, un diario intimo e personale per immagini che introduce alla ricca sezione dedicata alla pittura. La pubblicazione, composta da numerosi saggi che ripercorrono le diverse tappe della biografia e dell'opera, si pone come strumento utile a rappresentare lo stato attuale delle ricerche sull'artista. Ne fanno da corredo i ricchi apparati, tra cui quello dedicato al fondo fotografico di stereoscopie che diventa, non solo testimonianza dell'interesse per il nuovo strumento espressivo da parte di Levis, ma spunto per l'avvio di nuovi studi.