Nel colossale museo napoletano che involontariamente porta e rilancia il nome di uno dei più importanti scrittori del '900 - Mann, il mio nome è Thomas Mann - con ciò potenziando l'idea che un museo oltre che un sacco di preziosissime opere contiene ed espande racconti, visioni, narrazioni, dunque su quest'altra montagna incantata è atterrato planando lo stormo bianco e nero di Ernesto Terlizzi. Le opere raccolte in questo catalogo, protette come sotto il segno di un ineludibile sconforto e con un titolo da teatro eduardiano, "Ma che ne sanno gli altri", chiudono un ciclo dedicato al dramma dei profughi, dei migranti e delle loro tremende odissee nel Mediterraneo.