Questo volume è un viaggio attraverso l'arte e la vita di Antonio Ligabue: una vicenda esistenziale dominata da solitudine ed emarginazione, riscattata dallo sconfinato amore per una pittura in grado di penetrare l'anima e nutrire la fantasia. Un racconto che si snoda attraverso i temi principali in cui si sviluppa l'universo creativo del pittore: le fiere, nelle quali Ligabue si immedesima riproducendone le movenze e i suoni per riuscire a catturarne l'essenza, gli animali domestici in cui possiamo riconoscere il suo sguardo, la vita silenziosa dei campi, le carrozze, le troike, i postiglioni, le antiche iconografie derivate da stampe popolari che decoravano le case dei contadini, e infine gli autoritratti, estremo tentativo di allontanare la sua condizione di emarginato instaurando un dialogo intenso con gli spettatori. Con le sue pennellate corpose, sfuggenti e cariche di sentimenti ardenti, con i paesaggi, i galli, le fiere e gli intensi e numerosi autoritratti, Antonio Ligabue dipinge l'esperienza originaria dell'uomo; la sua arte porta in sé la visione di una forza interiore, la dimensione della memoria. Segnato da una vita tormentata, vive un'inquietudine inesorabile, un disadattamento personale che riesce a superare solo dipingendo, una fuga dall'inferno di una realtà che non lo ha mai accolto e lui stesso non ha mai compreso. Tutto questo viene raccontato, attraverso sessanta opere tra dipinti, disegni e sculture, in un percorso cronologico che documenta le diverse tappe dell'opera dell'artista. Ne emerge il ritratto di una figura unica nel suo genere, dallo stile originale e inimitabile; un artista che ha sempre dipinto con l'istinto, narrando la tragica realtà di una vita sempre in agguato, non mediata attraverso il pensiero costruito dei maestri, ma sentita nel profondo della sua mente e col corpo.