Nel 1707, a sessantanove anni, al termine di una parabola artistica lunga e fortunata, il pittore Andrea Celesti, veneziano ma ambitissimo in territorio bresciano, consegna alla basilica di San Lorenzo a Verolanuova i monumentali dipinti raffiguranti la Natività della Vergine e l'Assunzione. L'impegnativo intervento di restauro, affiancato da una campagna di indagini diagnostiche e da una nuova lettura storico-artistica e iconografica, è l'opportunità per esplorare a tutto campo la pittura di Celesti, strappandola all'ombra lunga del Seicento per riportare inaspettatamente in luce la libertà d'azione di un artista "assai singolare nel modo", tanto nell'impostare le sue composizioni che nella regia della luce, nella tecnica esecutiva e nella scelta non scontata dei pigmenti. Se a commissionare ufficialmente i due teleri fu la Confraternita del Santissimo Rosario di Verolanuova, la puntuale ricerca d'archivio rivela tuttavia una trama al femminile: al centro, la preziosa collana di ben 148 perle passata dalle mani della contessa Eleonora Gambara in quelle della nobildonna veneziana Elisabetta Grimani, futura committente dei teleri tiepoleschi, che nella basilica di Verolanuova si confrontano vis-à-vis con le opere di Celesti.