Se si parla di Reclus, non si può non parlare di «geografia sovversiva», e in almeno due sensi. Infatti, al di là di essere un celeberrimo geografo, è stato anche un notissimo sovversivo, autore di articoli e opuscoli dichiaratamente anarchici. Ma si può parlare di geografia sovversiva reclusiana anche in un altro senso, più «disciplinare». Reclus infatti sovvertì letteralmente la geografia: fu uno dei geografi - probabilmente il più geniale - che portò la disciplina geografica da una concezione prevalentemente fisica e politica a una concezione in cui gli elementi fisici e naturali sono strettamente intrecciati a quelli sociali e antropologici. Vero e proprio «ecologista sociale» ante litteram, Reclus merita di essere ricordato non solo per i suoi colossali contributi scientifici, ma anche per il suo più duraturo retaggio intellettuale, ossia per il contributo da lui dato - con almeno mezzo secolo di anticipo - allo sviluppo di una visione ecologica del mondo e della società.