Trenta studiosi (sociologi della cultura, politologi, storici, filosofi) s'interrogano sull'eredità scientifica che altrettanti autori classici hanno lasciato nell'approfondimento del concetto di civiltà, sullo sfondo di quel dibattito sull'epoca assiale che a partire da Alfred Weber e Karl Jaspers, per successive fasi, non è mai venuto meno fino ai più recenti contributi, in particolare quello di J. Habermas. Il filo conduttore è l'interrogativo che riemerge costantemente nelle fasi di più accentuata tribolazione e tragicità della storia umana: tramonto o eclissi dell'«universale»? In che modo ripensare «l'universale nel particolare» evitando tanto il radicalismo dell'universalità (esposto all'astrattezza) quanto quello della particolarità (con il rischio della chiusura conflittuale)?