Questo libro accende i riflettori sulla funzione dei servizi sociali ed educativi in contesti caratterizzati dalla presenza della marginalità. Non si sofferma su come tali servizi siano gestiti o erogati, se debbano avere target definiti/mirati o essere generalizzati, da quali princìpi debbano essere ispirati, o se le strutture che li erogano debbano avere natura pubblica, privata o privato-sociale, e così via. Il volume ci invita invece a soffermarci su un tema forse più di fondo e spesso trascurato: specie nei luoghi in cui vi è una concentrazione spaziale della marginalità, la presenza di un servizio alle origini anche semplice e povero riesce a far emergere una storia (delle storie) di persone "ai margini" che altrimenti rimarrebbe nascosta per sempre. Attraverso una raccolta di storie di vita di persone che direttamente o indirettamente hanno vissuto l'esperienza del Centro Socio Educativo Diurno Pietro Alberotanza di Bari, e passando dalle testimonianze di alcuni suoi operatori, il volume prova più semplicemente a dar voce a chi non ha voce, e in tal senso a rompere un silenzio che tante volte è uno degli aspetti più drammatici della povertà e dell'emarginazione.