Ricostruendo la complessa genealogia dell'immaginario mitico-magico di Alicudi, il volume prova a offrire una prospettiva alternativa a una tesi divenuta virale grazie alla comunicazione digitale: le visioni di streghe, spiriti e majari degli abitanti dell'isola non sarebbero state altro che allucinazioni dovute all'ingestione involontaria di segale cornuta. A formularla per primo fu Elio Zagami, psichiatra e psicoanalista di origini eoliane, sulla scia di una letteratura che, a partire dagli anni '60, attribuiva alla segale cornuta un ruolo centrale nell'insorgenza di antichi culti misterici, di credenze "stregonesche" o relative a poteri soprannaturali come la licantropia. Dopo aver vissuto tra gli arcudari e raccolto le testimonianze di coloro per i quali le credenze magiche non sono stravaganza folclorica ma memoria di un vissuto reale, Tommaso Ragonese dimostra come tali credenze collimino con un panorama mitologico comune non solo all'intero arcipelago eoliano ma a un "remoto sostrato eurasiatico" le cui origini si perdono nell'alba dei tempi. L'autore torna dunque a confrontarsi con la vera provocazione lanciata da Elio Zagami, domandandosi se non sia opportuno riflettere più a fondo sulla nostra incapacità di rilegarci razionalmente al mondo magico-onirico e ai suoi contenuti simbolici, mitici, ana-logici storicamente centrali per ogni narrativa umana.