La poesia di Fred Moten si caratterizza per una ricercata opacità e per una musicalità che si ispira al jazz e si spinge al limite del rumore. Nei suoi versi, il significato è «subordinato al suono, subordinato a un certo tipo di sentimento». Moten immagina e mette in essere nuovi modi e nuovi spazi di incontro e di azione collettiva, di resistenza e di critica alle logiche coloniali e di appropriazione capitalista. Questa raccolta ripercorre quindici anni di attività poetica attraverso una selezione dell'autore di poesie tradotte per la prima volta in italiano e riportate con testo a fronte. Un saggio di Brent Hayes Edwards introduce alla sua poetica; infine, una conversazione tra Mackda Ghebremariam Tesfaù e Justin Randolph Thompson offre una riflessione «da questa parte dell'Atlantico» sull'importanza della poesia di Moten e sull'eccedenza della Nerezza come possibilità di rifiuto, autonomia e autodeterminazione.