Il diritto alla salute, come tutelato e garantito dall'articolo 32 della Costituzione, sembra essere stato alquanto compromesso dal "Caso Stamina" ovvero dalla possibilità di accesso alle terapie a base di cellule staminali mesenchimali. I contrapposti interessi di chi, da un lato, invoca il diritto a poter accedere a terapie "alternative" più o meno regolamentate e chi, dall'altro, è tenuto ad applicare la legge, nell'interesse generale della collettività, hanno dato vita ad un vivace dibattito che ha visto contrapposte, appunto, le "ragioni del diritto e le ragioni della speranza".