Ci sono tante pubblicazioni su Torino, molte delle quali nate in questi anni sulla scia della nuova immagine che Torino ha voluto dare di sé. La Torino della movida e del turismo. La Torino olimpica. Ma c'è un'altra Torino, sommersa, che si cela dietro le apparenze, che i mass media dimenticano di raccontare, più o meno volontariamente. Questo libro ha l'ambizione di descrivere questa Torino "altra". La Torino degli sprechi legati agli stadi; la Torino senza bussola urbanistica che vara più di 300 varianti al proprio piano regolatore; la Torino dei grattacieli di Piano e Fuksas, che vogliono competere in altezza con la Mole Antonelliana; la Torino del debito pubblico ingigantito proprio dalle olimpiadi invernali; la Torino che elimina il proprio passato industriale (Grandi Motori, Diatto) e vuole snaturare i propri palazzi storici (Cavallerizza); la Torino dei poveri, dei senza tetto, degli sfrattati e degli immigrati; la Torino del consumo di suolo e degli innumerevoli non-luoghi definiti "centri commerciali"; la Torino che non è più industriale e che non si sa ancora cosa sia.