Il libro ricostruisce i molteplici sguardi sulla città e sul problema abitativo nell'Italia del Nord-Ovest tra gli anni Cinquanta e Settanta: proprio in questo periodo la pressione demografica esercitata dai flussi migratori su Milano, Torino e Genova, i tre principali centri industriali dell'area, alimentò un ricco dibattito sulle condizioni di vita urbane anzitutto per i risvolti sociali della questione edilizia, sollecitando gli attori pubblici e privati a individuare possibili soluzioni politiche. Furono molti i soggetti a vario titolo coinvolti nella denuncia della presenza di case malsane e precarie e nell'elaborazione di norme e di piani - istituzioni ed enti nazionali e locali, partiti, sindacati, movimenti, studiosi, gruppi di abitanti, intellettuali, ecc. - e l'esame approfondito delle loro prospettive permette di misurare il grado di percezione del problema tra le forze politiche e nell'opinione pubblica, di analizzare il tipo di mobilitazione nata intorno a questi temi e di interpretare le risposte fornite dal decisore pubblico.