Come si diventa spacciatori e chi sono? Quanto pesano le loro azioni sui luoghi, la società e l'economia della Sardegna? Quanto sono efficaci le politiche di contrasto? Domande all'apparenza semplici che sono state alla base sia della raccolta e sistematizzazione dei numeri sullo spaccio nell'Isola riguardanti l'arco temporale 2017/2022, sia delle interviste ad operatori sanitari, addetti all'ordine pubblico ed esponenti dei comitati di quartiere che degli effetti negativi dello spaccio si devono occupare quotidianamente. Con il presente volume si conclude la trilogia dell'Osservatorio sociale sullo Sviluppo e sulla Criminalità in Sardegna (OSCRIM) sul narcotraffico affermatosi nell'Isola negli ultimi decenni. Se nei due precedenti volumi - Droghe e organizzazioni criminali in Sardegna (2021) e L'Isola sotterranea (2022) - le ricerche dell'OSCRIM hanno evidenziato il fatto che il mercato delle droghe rappresenta una svolta essenziale nella trasformazione della criminalità sarda, inLa felicità non abita più qui hanno compreso lo spaccio come un esito del profondo malessere che sta attraversando la società, anche perché sono ormai troppi i giovani coinvolti. Lo spaccio si regge essenzialmente su due pilastri: il denaro e l'infelicità. Il denaro è un principio regolatore dello spaccio ed è parte integrante del complessivo mercato illegale. L'infelicità, intesa in senso etimologico, è l'ingrediente principale di cui si nutre lo spaccio. Gli approcci con cui si affrontano questi temi appartengono tanto all'ampio orizzonte delle sociologie (Giampiero Branca, Romina Deriu, Antonietta Mazzette, Daniele Pulino e Sara Spanu) quanto alle discipline economiche (Domenica Dettori, Maria Gabriela Ladu e Manuela Pulina).