L'odore di cipolla di una tavola calda di scarsa qualità, quello del sudore, delle scarpe, di uno spogliatoio di una palestra, la puzza di fumo che impregna i tessuti, il respiro dei dormitori per gli studenti, il pungente profumo di detergenti e dei saponi a basso costo, sommati a chissà cos'altro, producono un risultato unico, irripetibile eppure così uguale. È l'odore del carcere. Da San Vittore all'Ucciardone può essere più o meno intenso, ma è sempre lo stesso.