Con la crisi del welfare la tutela dei diritti di cittadinanza - dall'assistenza alle fasce deboli alla conservazioni dei beni culturali - non è più affidata prevalentemente alla mano pubblica ma è in larga parte svolta dal volontariato e dalle organizzazioni del cosiddetto "terzo settore". Esperti di diritto del lavoro, sociologi, psicologi, s'interrogano sulle trasformazioni del rapporto lavorativo tradizionale che il fenomeno comporta, sulla dimensione di gratuità e di motivazioni partecipative che questi "nuovi lavori" valorizzano, sulle ambivalenze che il concetto di "lavoro volontario" porta in sé quando diviene sinonimo di precarizzazione e di assenza di tutele giuridiche.