Ci voleva la sensibilità di uno scrittore, teatrante, musicista, operatore sociale sempre a contatto con le fragilità, gli imprevisti, le marginalità, le rovinose cadute e la caparbia volontà di cercare speranze, per mettere insieme pagine così leggere e potenti. Del resto l'uomo non impara dalla vita, l'uomo dimentica per sopravvivere e ci vogliono i cantori perché ricordi e provi a vivere. In queste pagine non c'è mai il dramma dell'addio perchè la voglia di vivere è più forte ma non c'è neppure l'orgoglio del combattente vittorioso. Se cercate fiducia e ottimismo un tanto al chilo potete anche astenervi dal leggere. Se invece avete sete di capire dal di dentro a questo sconquasso che la pandemia ha prodotto allora sì questa è la lettura giusta. Non vi consolerà ma vi farà bene. Oriano Giovanelli