Tra "banalità" e "rarità", "complessità" e "semplicità", "profondità" e "superficialità", la memoria oggigiorno vive in una situazione (identitaria, sociale, politica, etica, culturale, educativa) di mercé dettata e caratterizzata da quelli che potremmo definire: gli "lmprenditori della memoria" (mass media, istituzioni, tessuto sociale, ecc.). Ora, in questo scenario, la memoria non è più quella "dimensione nobile" ereditata dalla sapienza greco-latina, ma, al contrario, essa si è resa sinonimo di "mnemorrea" a causa della sua continua ed incessante manipolazione e strumentalizzazione da parte - appunto - dei suoi "imprenditori" di turno. Prendendo quindi le mosse, e le conseguenti giuste distanze, da questo impersonalismo socio-etico-culturale (specie sul piano pedagogico e filosofico) in cui oggigiorno la memoria si trova a dover convivere, l'autore si ripropone di rintracciare i momenti e i passaggi più suggestivi (sotto il profilo storico, pedagogico, antropologico, sociologico, psicologico, filosofico, etico e poetico) per restituire alla memoria quella sua ormai cancellata "nobiltà" filosofico educativa, soprattutto sul piano esistenziale. Pertanto, il volume vuole ridiscutere il senso "attuale" della memoria riconsegnandola come dimensione concreta, invisibile, indivisibile, spirituale, trascendentale, umana ed esistenziale della vita di tutti. La memoria è, pertanto, un modo di sentire, di percepire, di vivere, di abitare, d'esistere del tutto umano; anzi essa è ciò che ci rende umani conferendo umanità al nostro stesso modo di essere, appunto, degli "esseri umani".