Si chiamava «Donne tutte puttane» il gruppo WhatsApp creato da una decina di ragazzi allo scopo di scambiarsi foto e video intimi di ragazze senza che le ragazze ritratte ne fossero consapevoli o addirittura scattate a loro insaputa. Di qui la natura non consensuale di questo tipo di pratiche, che vengono etichettate, nel linguaggio comune, come forme di revenge porn, letteralmente "vendetta pornografica" ma di vendetta non c'era traccia nelle chat, e anzi, questi ragazzi non vedevano alcun tipo di violenza in ciò che facevano. Era un gioco, una forma di goliardia, una cosa da maschi. Questo saggio, illuminante quanto stimolante, mette in questione il tema della maschilità egemone, funzionale alla società patriarcale nella quale siamo immersi, e invita ad un patto tra i generi basato sul rispetto, sull'autodeterminazione e sulla libertà reciproci.