Questo volume propone una ulteriore e necessaria riflessione, prodotta a valle, e dopo un certo tempo, dell'VIII Forum della Società Scientifica ProArch, tenutosi a Napoli nel novembre 2019 e dedicato al rapporto tra il progetto di architettura e il patrimonio per la costruzione di una nozione rinnovata di quest'ultimo. Riflettere, all'interno del campo delle "discipline del progetto", su una nozione rinnovata di patrimonio significa dunque, come si leggeva nella call del Forum, ri-affermare che la diacrisi tra legacy e projectus va posta «come incipit di ogni procedura rivolta alla trasformazione» e presuppone «il riconoscimento del valore degli ordini formali e delle relazioni preesistenti, rinvenibili nei territori, nelle città, nei paesaggi e nei manufatti, nelle tracce dell'antico e nelle testimonianze del passato lontano e recente». Il patrimonio, in questo modo, assume un valore non soltanto legato alla memoria e al suo ruolo di testimonianza, ma anche associato alle potenzialità connesse al suo eventuale rinnovamento e alla sua risignificazione, derivanti dal suo essere, prima di tutto, "forma". Una forma che non è sufficiente che sia solo "tutelata", per essere "conservata", ma che deve essere "trasformata" per essere così "riconfigurata" rinnovando le sue relazioni con il contesto e diventando nuovamente riconoscibile come risorsa per il modus hodiernus.