Lo studio della religione egizia è un campo d'indagine ancora aperto e risolto più riguardo alla forma che non alla sostanza. In tale ottica, ne sono stati analizzati gli elementi costitutivi e i principi basilari, mettendone in evidenza la nascita, la decadenza e la fine, ed esaminando, al contempo, la mentalità che l'ha generata e ne ha guidato lo sviluppo. Possiamo così renderci conto che gli egizi sentirono il divino in ogni manifestazione dell'esistenza ed elaborarono una religione caratterizzata da una profonda spiritualità. Tutto questo può apparire una sorpresa per quanti immaginano gli egizi ingenui adoratori di astri, di piante, di animali, di oggetti, nonché di idoli mostruosi. La loro fu una religione multiforme, naturale, non dogmatica, nella quale accanto al polteismo, al culto del re-dio, alle pratiche magiche, convissero teologie mature che si svilupparono e si mantennero in forma autonoma. E fu proprio in Egitto che, per la prima volta nella storia delle civiltà, venne elaborata una teologia monoteistica. Erodoto li definì i più religiosi fra gli uomini, e la loro sensibilità religiosa fu tale da contenere il seme da cui germogliò non solo la filosofia greca, ma anche i monoteismi del mondo moderno.