Dalla dichiarazione di obiezione di coscienza di Mario Pizzola del febbraio 1971: "Il concetto che io ho di Patria non si ferma ai confini dello Stato in cui casualmente sono nato - l'Italia - ma si estende a tutta l'umanità (...). Io non credo che la guerra potrà mai cessare di essere un mezzo normale di risoluzione delle controversie internazionali fino a quando coloro che la fanno, o si preparano a farla, accetteranno di essere incasellati e di giocare passivamente il ruolo che altri hanno programmato per loro". Dopo oltre 50 anni nulla è cambiato. Anzi, tutto è peggiorato. Al rischio della catastrofe nucleare, sempre incombente, si è aggiunto quello della catastrofe climatica. In guerra, come sempre, vanno al macello le classi povere e subalterne, nell'una e nell'altra parte del fronte. La disobbedienza civile nonviolenta è l'"arma" più efficace per far crollare il gigante dai piedi d'argilla che è il potere costituito.