«I Quaderni si presentano proprio così: come un'equazione personale che Gramsci ci lascia. Appunti, "notarelle", nei quali perdersi liberamente. Si può continuare a scriverli, riscriverli, modificarli al presente: è materiale magmatico che scantona nelle mille strade del possibile. Ognuno di noi può, in qualche modo, non far morire Gramsci. E, tutto sommato, è la ragione profondissima per cui li ha scritti: non un anelito all'immortalità tipico di un autore, ma l'esatto contrario e cioè impedire a se stesso di morire». Così scrive l'Autore di questo libro che utilizza la scrittura di Gramsci per leggere il presente e le sue contraddizioni.