Alla luce dei recenti avvenimenti bellici, Paolo Martelli discute tre opere fondamentali che affrontano il tema della guerra e più in generale della disposizione al conflitto quale tratto costitutivo dell'uomo. L'idea di fondo è che la decisione di agire in situazioni conflittuali nasce da un insieme di motivazioni concernenti la natura umana che può essere condensato nei due concetti di "interessi" e "passioni". Walzer rinuncia all'obiettivo di cancellare la guerra dalle opzioni concepibili e prova almeno a eliminarne gli aspetti più lontani dalla nostra visione morale. Fukuyama argomenta che una diffusione a livello planetario della democrazia non porterebbe comunque alla pace e al benessere universali. Sloterdijk ci ricorda alcuni casi storici in cui certe fazioni sociali sono state capaci di avvalersi della disposizione delle masse al conflitto per assoggettarle al proprio potere partigiano. Raccogliendo l'eredità dei tre autori, Martelli si discosta dalla tradizione liberale, forse troppo sedotta dal proprio credo normativo, per gettare uno sguardo empirico su ciò che è possibile fare per evitare le sofferenze prodotte da guerre senza quartiere combattute con armi moderne, come quella avviata dalla Russia in Ucraina nel febbraio del 2022.