Il presente volume intende riconsiderare una questione controversa nel panorama ormai vasto degli studi gramsciani: l'attitudine di Gramsci nei riguardi dello statuto del mondo naturale e dei saperi che lo concernono. A tal fine, si adotta un approccio filologico, storico-critico e diacronico, valorizzando le acquisizioni dell'Edizione nazionale degli scritti gramsciani e impiegando competenze trasversali che vanno dalla storia della filosofia a quella della scienza, dall'epistemologia all'economia politica. In questo modo, l'autore restituisce il profilo di un Gramsci capace di tenersi distante, pur non senza oscillazioni e ambiguità, così dal realismo nelle sue diverse forme come dalla riduzione idealistica della natura a negatività o apparenza, nonché di cogliere nel rapporto con la sfera del senso comune il carattere pratico, e quindi politico, di ogni forma di conoscenza, compresa quella scientifica.