"Lettera a un partito mai nato" è un viaggio-inchiesta. L'autore attraversa il PD dopo la sconfitta elettorale del 25 settembre 2022, la nascita del primo governo guidato dalla destra e del primo governo guidato da una donna, Giorgia Meloni, nel pieno delle primarie per scegliere il nuovo leader del PD. Gli intensi colloqui con militanti di base, parlamentari, intellettuali, sindaci e amministratori raccontano delusione, smarrimento, rabbia e speranze di un "popolo perduto". È un viaggio dentro "uno scarto", ovvero la distanza tra le premesse e le promesse del PD alla sua nascita, un grande partito della sinistra democratica in grado di rappresentare quel nuovo inizio che la sinistra cerca dallo scioglimento del Pci e la triste realtà di un partito che, dopo il felice inizio di Walter Veltroni, si è perduto nella gestione del potere e del governo (senza aver mai vinto le elezioni) e in una degenerazione correntizia, perdendo così il suo popolo. Esiste ancora lo spazio per una sinistra riformista e popolare aggredita dal populismo di sinistra di Conte e dal neocentrismo di Renzi? Il libro è però anche, forse soprattutto, come scrive nella prefazione Marco Damilano, "un atto d'amore" per la sinistra che non c'è più e per quella che inevitabilmente, prima o poi, verrà.