La crisi della democrazia rappresenta uno dei nodi cruciali del nostro tempo. Polemizzando con chi ritiene possibile un rinnovamento che parta dal basso, l'autore propone una riflessione pedagogica, ipotizzando un modello sociale ricostruito a partire dalla formazione delle élite. Si avverte la necessità di classi dirigenti effettivamente controllabili, insieme al sistema mediatico ed economico che le esprime, le sostiene e le rappresenta. C'è bisogno, pertanto, di persone dotate di un pensiero critico definito dall'educazione, per contrastare i poteri occulti che caratterizzano la società contemporanea. Il tentativo di questa ricerca è la formulazione di una pedagogia per la democrazia, che scaturisca da un processo formativo meritocratico, capace di delineare un sistema politico controllato da cittadini consapevoli e qualificato da una nuova circolazione delle élite. Ispirandosi all'analisi gramsciana, l'autore ipotizza la nascita di un inedito blocco sociale, composto dai giovani laureati e dai piccoli e medi imprenditori: le uniche due categorie che potrebbero trasformare la società italiana in un mondo della globalizzazione dove tutto è possibile.