Il boom della pirateria al largo delle coste somale tra il 2008 e il 2011 ha colpito duramente la navigazione commerciale a livello mondiale. Per fare fronte a questo problema, numerosi Stati di bandiera hanno consentito l'imbarco di personale armato su navi civili, generalmente optando per il ricorso a militari o guardie private, i contractor. Il caso dell'Italia si colloca in maniera particolare all'interno di questo panorama, poiché sulla carta essa ha adottato un modello duale - cioè aperto sia all'impiego di militari che di contractor - ma in concreto ha dapprima interamente affidato il servizio ai marò, poi ha utilizzato un sistema ibrido, e infine optato per un modello del tutto privato. La trasformazione nel tempo della policy italiana la rende particolarmente idonea per uno studio volto a comprendere quali fattori agevolino o ostacolino il cambiamento delle politiche pubbliche, in particolare quando implicano una potenziale privatizzazione della sicurezza. Il volume contribuisce al dibattito sulle politiche di sicurezza e difesa italiane, avvalendosi di strumenti e metodi propri dell'analisi delle politiche pubbliche e delle relazioni internazionali.