"Bonifacio Vincenzi sa bene che il mondo non è un giocattolo per passare il miglior tempo a propria disposizione. Ha vissuto e ha ancora occhi per vedere la meta finale, la finitudine che designa l'umano. In vista del limite estremo di ogni essere vivente, il tempo diventa entità relativa, perdendo potenza al cospetto di interrogativi e dubbi dalla forte connotazione filosofico-metafisica. Si riscontra una spiritualità primordiale, come presentimento di impossibilità che tutto possa essere soltanto quello che si è capaci di comprendere. La poesia diventa un mezzo per tentare una comprensione che mai si porterà a termine, decretando, in tal modo, la necessità che essa continui un discorso iniziato in una notte dei tempi che ancora non ha abbandonato il presente." (dalla prefazione di Angela Greco)