"Nella poesia di Mario Meléndez si coglie qualcosa di impetuosamente fresco e agile: una ricchezza di movimenti e di aperture fantasiose quale di rado capita di trovare nella giovane poesia italiana. È il suo un cantare inesauribile nel suo immaginoso inventarsi e reinventarsi. È la singolarità di una voce che dissotterra, che architetta e musicalmente compone. [...] In un'epoca logorroica come la nostra, nella quale domina la parola straripante, l'eccesso, la volgarità sguaiata e il cattivo gusto, la poesia di Mario si distingue per il suo contenimento e la sua essenzialità. Non ci sono parole di troppo nei suoi versi. Pochi poeti come lui sono riusciti a raggiungere quella chiarezza di linguaggio, quella difficile semplicità che solo i grandi posseggono." (Emilio Coco) "La poesia di Meléndez ci porta a conoscere il mondo oltre il visibile passando attraverso il suo sguardo indagatore e profondo: è uno sguardo che frantuma la crosta terrestre e penetra in fondo come radici alla ricerca dell'acqua, scava nella natura umana, nel dolore, nella solitudine, nell'amore, sconfigge perfino la morte che diviene materia. [...] Leggere la sua poesia diviene un'esperienza di grande umanità tanto da sembrare di intrattenere un dialogo con un amico caro, ma al contempo è così profonda che ci smuove dentro, ci pone a confronto con noi stessi, ci chiama a raccolta davanti al senso reale dell'esistenza." (Cinzia Marulli)