La nuova raccolta poetica di Matteo Maxia. «La parola di Maxia si tende sempre in questo delicato funambolismo, mai fine a se stesso, carica di tensione nella ricerca di nitidezza e, al contempo, nella resa di una complessità che germina continuamente dalle cose e dalla lingua che le esprime». (Dalla Prefazione di Gabriella Grasso). «Nella poesia di Maxia, non soltanto all'atto, ma già al sintomo, sentiamo l'altro, l'amato, il mondo. In una premonizione che infinita il desiderio, se ne prende cura, lo coltiva accettando i rischi delle conseguenze, l'eterogenesi dei fini, nella persuasione che senza desiderare non c'è possibilità per la vita umana di prendere forma». (Dalla Postfazione di Marco Pacioni)