L'autore ci offre in questa inquieta sequenza, in questo fitto organismo testuale, un ricco campionario di movimenti narrativi. Ci propone un succedersi di vicende e personaggi, con l'apparire frequente di amori, con il manifestarsi di una figura femminile, che apre il pensiero a quella che Gallerani definisce come «l'innocenza del piacere». L'accavallarsi ansioso ed efficace di realtà e visioni ci suggerisce presenze affioranti dalla memoria, che si alternano o sovrappongono a momenti di spleen. Il percorso lirico e meditativo, fondato anche su una forte fisicità, si articola poi con pensieri e commenti sulla complessità del vivere. L'autore passa con naturalezza da strappi quasi diaristici a un attenuato lirismo sottilmente meditativo, sempre introducendo una viva circolazione insistente di umori o aprendosi alla visione di varie situazioni di pubblico spettacolo. Gallerani si esprime in un'abile varietà di versificazione, che oscilla dal dettato prosastico alla brevità, a volte sorprendente, del procedere più secco e scandito producendo un'opera di originale maturità, che invita a un ritorno frequente alla rilettura per meglio coglierne sfumature e implicazioni sottostanti.